Benvenuti alla terza tappa di questo blog tour organizzato
unicamente in occasione della festa della donna e che si protenderà fino al 14
Marzo, tenendovi compagnia parlandovi di una delle tante donne che sono rimaste
nella storia o che hanno fatto la storia. Oggi ho il piacere di parlarvi di una
donna che ha contribuito a rendere dignitoso l’universo femminile. Mi riferisco
a lei, Charlotte Bronte, l’icona mondiale della letteratura inglese. Vi porto
con me, indietro nel tempo, in brughiera… dove dopo un breve accenno sulla sua
vita, mi vestirò, insieme a voi, nei panni di un’umile e curiosa giornalista
italiana, scavando, per quel che potremmo, nel profondo delle Sue radici. Nata il
21 aprile del 1816 a Thornton, nello Yorkshire, Inghilterra, terza di sei
figli, da Patrick Bronte, un pastore protestante di origine irlandese e dalla
moglie, Maria Branwell (morta in età precoce a causa delle numerose
gravidanze), Charlotte Bronte dimostra sin da bambina una spiccata
predisposizione per la scrittura.
A due secoli dalla nascita, cercheremo di penetrare nella
vita segreta di Charlotte Bronte. Dopo un volo d’immaginazione, di non oso
pensare quante ore, eccoci arrivati nella landa. Questo cottage che ci troviamo
davanti, immerso nel verde, dovrebbe appartenere proprio a lei, alla signora
Bronte! Che emozione! Il tempo non è dei migliori e, secondo varie fonti,
l’atmosfera cupa e gelida della brughiera avrebbe forgiato la personalità della
nota scrittrice. Quando faceva bel tempo, i piccoli Bronte correvano nella
landa alla scoperta di una natura selvaggia e affascinante. Ma i lunghi inverni
della brughiera, che duravano da settembre a marzo, non incoraggiavano certo le
attività all’aperto. Busso al portone, sperando che qualcuno ci apra, ma
purtroppo nessuno sembri invadere le quattro mura della casa e, quindi,
accorgersi di noi. È presto per dichiarare resa: ecco che si avvicina a noi una
donna, sembra dal volto conosciuto. Alcuni di voi si emozionano alla vista
dell’illustre presenza di… Elizabeth Gaskell, una delle icone della letteratura
inglese, nonché biografa della stessa Bronte, autrice di numerosi romanzi e di
raccolte di racconti.
Dopo aver manifestato tanta stima e ammirazione per Lei, ricambiate
con profonda gratitudine, le chiediamo di poterci dire qualcosa riguardo
l’infanzia di Charlotte e delle sue sorelle.
Elizabeth Gaskell parla di bambini diversi da tutti gli altri,
silenziosi, calmi, più interessati ai libri che ai giochi. La vita di Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell (pubblicata in Italia nel
1987, La tartaruga, Milano).
“Creaturine dai movimenti così misurati, così quiete e
buone”. Ci dice la Gaskell. (La vita di
Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell- La Tartaruga 1987, Milano).
Dal suo racconto, capiamo che Charlotte Bronte e i suoi
fratelli passavano la maggior parte del tempo chiusi in casa sotto la guida
della zia Elizabeth, venuta dalla Cornovaglia, a prendersi cura dei bambini
dopo la morte della sorella. Unico loro passatempo, unica via di fuga, unica
libertà non soggetta a restrizioni o divieti, era la lettura e l’esercizio
della scrittura. La loro immaginazione, che non conosceva inverni, era una
sorgente inesauribile di storie e di invenzioni. Le storie che più
interessavano i piccoli Bronte erano storie di politica interna ed esterna.
Dice la Gaskell, riferendosi alle parole di Mister Bronte: “Fin da piccoli
appena seppero leggere e scrivere, Charlotte, suo fratello e le sue sorelle
presero l’abitudine di rappresentare piccoli drammi composti composti da loro e
il duca di Wellington, eroe di Charlotte, sempre riusciva vincente quando tra
di loro si accendeva una delle solite discussioni sui meriti comparati suoi e
quelli di Bonaparte, di Annibale e di Cesare”. La vita di Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell – La tartaruga 1987,
Milano.
La Gaskell riporta poi l’episodio
della maschera teatralmente usata dai piccoli Bronte in una sorta di gioco al
padre, alla maniera di filtro comunicativo con il mondo esterno. Sappiamo che
qualche decennio dopo, questo filtro, si tradurrà nella scelta, comune alle tre
sorelle scrittrici, di darsi uno pseudonimo d’arte. “L’interno” è costituito
dal piccolo mondo di fantasia creato a dodici manine dai sei fratelli, nei
lunghi pomeriggi davanti al fuoco; “l’esterno” è il padre, Mister Bronte, che
escogita l’espediente della maschera. A uno di voi, preso dalla curiosità,
scappa dalla bocca un’osservazione che, in tutta sincerità, avrei voluto
esternare anche io. Credo che tutti noi abbiamo pensato a quanto Mister Bronte,
con le sue letture di politica estera, avesse in qualche modo influenzato e
potenziato la dote delle figlie. Elizabeth Gaskell, trattenutasi più di quanto
non avremmo mai immaginato (e di questo le siamo enormemente grati), chiede congedo
da noi e, dopo un inchino, la vediamo entrare in casa Bronte. Alcuni di voi,
commentano questo straordinario incontro uno di voi invece, spingendosi con
l’immaginazione, scopre diversi libri che giacciano accanto al piede. Sono le
quattro opere scritte da Charlotte Bronte, in rilegatura rigida:
- Jane Eyre, pubblicato nel 1847
- Shirley, pubblicato nel 1849
- Villette, pubblicato nel 1853
- The Professor, scritto prima di Jane
Eyre e rifiutato da molti editori, pubblicato postumo nel 1857
Non
dimentichiamoci di Emma romanzo incompleto, scritto dopo "Villette",
Charlotte scrisse solo i primi due capitoli, il romanzo è stato completato in
seguito da una Another Lady uscito con il titolo "Emma Brown". Ci fu
molta controversia su chi realmente Currer Bell fosse, e se si trattasse di un
uomo o una donna.
Debbo ammettere che avrei voluto Miss Gaskell ancora un po’
con noi, ma sarebbe stato davvero scortese. Quindi se curiosità e immaginazione
provengono dalla stessa fonte, cerchiamo di collegarli, e compattarli in un
unico pacchetto. Immaginiamo di intrufolarci in casa “Gaskell” e, sul suo
comodino in legno antico, scoviamo il libro che Lei stessa ha scritto sulla
vita di Charlotte Bronte. Esploriamo le pagine, crogiolandoci in una vocina
narrante che, in sottofondo, sembra informarci dei punti chiave della vita
della Bronte. A tale voce, affibbierei quella della Gaskell!
Elizabeth Gaskell ritrae Charlotte così: “Era una quieta e
pensosa fanciulla di quindici anni, dal personale molto minuto [ … ]. Le membra
e la testa in armoniosa proporzione con l’esile, fragile corpo [ … ] soffici,
folti capelli castani e occhi tutti suoi [ … ]. L’espressione abituale era di
quieta, intenta intelligenza, ma, ogni tanto, per un qualche giusto motivo di
intenso interesse o di sana indignazione, splendevano come se una lampada
spirituale si fosse accesa e lucesse dietro a quei globi oculari espressivi”.
Inoltre la sua compostezza, che dava al suo volto “la dignità di un antico
ritratto di scuola veneziana”.
“Oh, cita Venezia, L’Italia!” Esclama con enfasi qualcuno di
noi. Io mi giro, lentamente e soltanto dopo averlo adocchiato, gli faccio segno
di tacere, ma una ragazza interviene subito dopo ed io non riesco a tenere la
situazione sotto controllo. La sento dire: “Se è per questo in Jane Eyre, Charlotte Bronte cita anche Napoli!”.
Il ragazzo non sembra così contento, e le risponde a tono: “Se è per questo
cita anche Milano!”. La ragazza sembra irritarsi, ma per fortuna ha il buon
senso di non proseguire quel dibattito, ritenendolo forse di poco conto o
rinviandolo semplicemente fino a quando non saremo tornati in Italia. Tuttavia,
in camera scende di nuovo il silenzio; scorrendo le pagine leggiamo che nel 1820
la famiglia si trasferisce a Haworth, vicino a Keighley, nello Yorkshire, in
una modesta proprietà parrocchiale immersa nella brughiera. La madre Maria
muore di cancro nel 1821, indebolita dalla nascita di sei figli in poco tempo,
e i bambini saranno accuditi dalla zia materna, Elizabeth Branwell, e dalla
fedele governante, Tabitha "Tabby" Aykroyd.
Nel 1824 Charlotte, assieme alle due sorelle maggiori, Maria
ed Elizabeth ed alla sorella minore, Emily, viene iscritta alla Clergy
Daughter's School di Cowan Bridge nel Lancashire, una scuola per figlie di
ecclesiastici. Le condizioni assolutamente spaventose dell'istituto (vitto
insufficiente, condizioni igieniche inadeguate) causeranno nel 1825 la morte
prematura delle due sorelle maggiori di appena 11 e 10 anni e rovineranno per
sempre la salute di Charlotte ed Emily.
L'esperienza sconvolgente vissuta a Cowan Bridge sarà
rievocata, anni dopo, nel celeberrimo romanzo Jane Eyre: tutti i lettori
vittoriani del romanzo non mancheranno di riconoscere, sotto le spoglie della
Lowood School dove viene spedita Jane il famigerato istituto di Cowan Bridge.
Tra il 1826 e il 1829, si nota la prima attività letteraria che venne iniziata
insieme alle sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, al quale il Reverendo
aveva donato una scatola di soldatini: i bambini crearono delle avventure
fantastiche attorno a quelle figurine che vennero trascritte da loro stessi su
minuscoli pezzetti di carta che minuziosamente cuciti a mano, formavano dei
piccoli libri non più grandi di un francobollo. Charlotte e il fratello
crearono la Glass Town Saga mentre Emily ed Anne inventarono la Gondol
Saga.
Nel 1831 Charlotte viene iscritta alla scuola di Miss Wooler
di Roe Head dove incontra la sua amica di lettere Ellen Nussey e ottiene ottimi
risultati; qui riceve un posto come insegnante nel 1835 ma prima torna a casa
nel 1832 dove contribuisce alla stesura di altri capitoli del gioco letterario
iniziato con le sorelle e il fratello: porterà avanti questa attività fino
all'età di 23 anni.
In seguito, per alcuni anni, Charlotte svolgerà la
professione di istitutrice presso alcune famiglie aristocratiche. Nel 1842, insieme
alla sorella minore Emily, si reca a Bruxelles per studiare francese. Proprio a
Bruxelles, studentessa nel Pensionnat Heger, Charlotte si innamora del suo
professore, Constantin Heger, figura tuttora rispettata e ammirata in Belgio,
ma tale sentimento non è corrisposto da Heger, oltretutto già sposato. La
delusione è profonda e mai completamente sopita (la tematica dell'amore tra il
professore e l'allieva sarà presente in ben due romanzi su quattro).
Tornata in Inghilterra nel 1844 comincia a cullare il
progetto di scrivere, insieme alle sorelle, alcuni romanzi. Nel 1847 tutte e
tre le sorelle pubblicano i propri: Charlotte propone dapprima Il professore
che viene rifiutato, poi Jane Eyre, subito accettato e dato alle stampe
con lo pseudonimo di Currer Bell. Seguirà la pubblicazione di altri romanzi, Shirley
(ambientato all'epoca del luddismo) e Villette (analogo, quanto a
contenuto, a Il professore, ma forse con accenni autobiografici). Nel
giugno 1854, dopo tensioni con il padre, Charlotte sposa il reverendo Nicholls.
La felicità conquistata durerà poco poiché la donna si spegnerà l'anno
seguente, in attesa di un figlio.
Chiudiamo il libro, un rumore sordo ci ha fatto trasalire a
tutti. Qualcuno di voi si affaccia alla porta e ci comunica che, molto probabilmente,
qualcuno è entrato in casa. Prima di andare via, vedo due di voi bisticciare
fragorosamente. A quanto ho capito, vi state contendendo il libro sulla
biografia di Charlotte Bronte, ma non c’è tempo, dobbiamo andare! E poi
appartiene alla Gaskell, Cristo Santo! Quindi prima che qualcuno di voi possa
farci scoprire da Miss Gaskell, scaccio via l’immaginazione e torniamo in
Italia. Spero che questo viaggio temporale l’abbiate trovato
divertente e interessante. Mi raccomando, continuateci a seguire perché vi
ricordo che a fine Blog Tour, verrà fatta l’estrazione con i due libri in palio
(uno cartaceo e l’altro ebook) appartenenti a una delle grandi donne della
storia.