Buon pomeriggio, amici!
Approfittando della bella giornata di oggi mi sono recata, come
di consueto, presso casa “Braccani” per esplorare, senza indugio, la libreria
di Emma. Oh, il fervore che provo poco prima di metter piede nella sua stanza è
indicibile! Una volta entrata, i miei occhi hanno incrociato immediatamente la
pila di libri sugli scaffali della sua libreria e sono rimasti fissi lì,
scivolando di tanto in tanto sugli altri simili affiancati tra loro come docili
soldatini. La sua camera, stranamente ordinata, era così luminosa che il mio sguardo,
inevitabilmente, si è posato su un libro dalla rilegatura molto attraente; era di
un rosa molto acceso! Non so dirvi se fosse dovuto dall'effetto della luce
(solitamente la camera di Emma sembra quasi inghiottirti nel buio) o per i
colori così eleganti e ben accoppiati che ti discostano da qualsiasi altro oggetto
luminoso presente nella stanza. A guardarlo bene, dopo averlo sfilato tra due
libri di Verga, non mi è sembrata affatto un’edizione passata. È stato amore a
prima vista, ma per un altro motivo: il titolo che ho letto si è perso nei miei
occhi, ha sfiorato la mia mente e ha toccato subito il mio cuore. Accarezzavo
la copertina, mentre i miei ricordi vagavano sotto forma di immagini sbiadite e
di gran lunga piacevoli.
“Piccole donne”, scritto da Louisa May Alcott e pubblicato
nel 1868, è stato uno dei primi libri che io abbia letto all’inizio dell’età
adolescenziale. L’edizione che ho a casa è molto più vecchiotta di quella che
ha Emma, ma proprio per questo non ho alcuna intenzione di “rubarlo” a lei. Ne
ho letto qualche pagina, fino a quando la luce, che a stento riusciva ad
entrare nella stanza, me lo ha consentito; dietro di me il sole si scioglieva nel
cielo e il soffitto spiovente della camera sembrava quasi schiacciarmi, mano a
mano che la luce si indeboliva. Ho riposto “Piccole donne” sullo
scaffale e sono andata via prima che Emma avesse potuto scoprirmi. In tal caso, le avrei spiegato che non sono una
ladra di libri, li prendo soltanto in prestito e anche se questa volta sono
tornata a casa a mani vuote, il mio cuore è tornato più ricco di prima. Quattro
piccole donne sorridevano nei miei ricordi.
Bellissimo il tuo Blog Giulia,scrivi molto bene e'con stupende parole
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